giovedì 28 novembre 2024

Ergonomia Cognitiva per il Territorio e i Cammini

 Dalle strade di Roma Antica ai navigatori satellitari




La fruizione umana di un territorio antropizzato e il muoversi delle persone nei percorsi esterni ed interni può e deve ricevere un significativo miglioramento grazie al contributo della ergonomia cognitiva, la parte di ergonomia che si occupa degli aspetti mentali e di comunicazione nella interazione tra uomo e artefatti, siano essi oggetti, ambienti o organizzazioni.

Vogliamo qui introdurre il contributo che gli specialisti in ergonomia cognitiva possono dare in fase di progettazione e di realizzazione per offrire un viaggio più sicuro, gratificante e comodo per i viaggiatori in cammino, sia su sentieri escursionistici che su strutture artificiali e confinate (Piste ciclabili, strade, ferrovie, stazioni, aeroporti, …).

Le origini del moderno “wayfinding” che vedremo tra poco sono forse da ricercarsi nelle mappe del territorio le cui origini sono assai remote . Nella antichità fu proprio l’Impero Romano più di ogni altro capace di organizzare una imponente struttura viaria e di creare strumenti e metodologie per facilitare gli spostamenti sul territorio rendendoli sicuri, agevoli e veloci.

Il wayfinding è una parte dell’ergonomia cognitiva che ci aiuta a non perderci, a “trovare la strada” in modo facile ed efficiente e a muoverci con senso di sicurezza nei territori, sui sentieri e negli ambienti confinati. Non è solo segnaletica e cartellonistica ma considera tutte le possibilità di fornire aiuto e informazioni utili al viaggiatore e a chi si muove in ambienti artificiali e confinati, le metodologie utilizzate includono la progettazione centrata sull’utente e si basano su concetti dell’ergonomia cognitiva (coerenza, affordance, mappatura naturale)



Leggi il testo completo su Academia:
https://www.academia.edu/125710059/Ergonomia_Cognitiva_per_il_Territorio_e_i_Cammini


Erberto Sandon
Ergonomo Europeo Certificato

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mercoledì 17 aprile 2024

Semantica in acustica: ergonomia cognitiva e rumore in ufficio

Il disturbo da rumore negli uffici è stato il tema di un interessante webinar organizzato dalla Associazione Italiana di Acustica in collaborazione con SIE, La Società Italiana di Ergonomia e Fattori Umani.

Per SIE erano presenti il Presidente Francesco Draicchio ed Erberto Sandon.

"L’acustica e gli effetti del rumore sul benessere e sulla salute dell’uomo e del lavoratore rivestono un ruolo di grande importanza per l’ergonomia. Il rumore generato dalle conversazioni, e in generale il rumore antropico, è una delle principali cause di disturbo dei lavoratori negli uffici condivisi e negli uffici open space. Sintomi come mal di testa, difficoltà di concentrazione, affaticamento, ridotta produttività e perdita di motivazione sono fattori negativi correlati a tali ambienti. Il comfort acustico è influenzato dalle caratteristiche architettoniche dell’ufficio, che devono rispondere a un complesso compromesso tra comunicazione verbale comprensibile e sufficiente riservatezza vocale, ma anche dal comportamento vocale degli utenti stessi."

Parlando del problema del rumore negli uffici, ed in particolare negli uffici a pianta aperta, possiamo affermare che una particolare fonte di distrazione è legata alla comprensione di ciò che viene detto dalle altre persone che occupano lo stesso spazio ma con le quali non dobbiamo interagire. Gli ergonomi acustici parlano in questo caso di disturbo da “intelligibilità del parlato”.

La distrazione indotta dal percepire le parole pronunciate da altre persone è sicuramente una fonte di disturbo negli uffici moderni, dove la componente “antropica” del rumore complessivo è preponderante rispetto al rumore delle attrezzature, in genere abbastanza silenziose. Oltre al disturbo da distrazione, è da considerare il carico mentale collegato alla costante attività di filtraggio che il cervello umano deve compiere per estrarre da tutto ciò che viene raccolto dall’organo uditivo solo le informazioni ritenute utili e che devono essere trasmesse alla parte cosciente della nostra mente. Quando questo carico mentale è eccessivo, possono subentrare condizioni di stress e addirittura alterazioni di alcuni parametri fisiologici.

Per me che mi occupo di ergonomia cognitiva, ha detto Erberto Sandon, ovvero della componente mentale nel rapporto tra uomo e oggetti negli ambienti di vita e di lavoro- una crescente attenzione dovrebbe essere posta a quello che io chiamo “contenuto semantico” del segnale sonoro che le nostre orecchie percepiscono. E nella semantica del segnale sonoro c’è anche il suo effetto sulle nostre emozioni.

Negli uffici il disturbo da distrazione legato alla intelligibilità del parlato non sempre può essere risolto intervenendo solo sulle caratteristiche acustiche dell’ambiente (pannelli fonoisolanti, materiali fonoassorbenti, geometria e distribuzione dei tavoli, ecc.) in quanto sussiste il rischio di un compromesso inaccettabile tra esigenze troppo distanti. Quando nell’espletamento dei suoi compiti il lavoratore alterna momenti di lavoro individuale in cui deve concentrarsi in modo autonomo ad altri nei quali invece deve collaborare e comunicare con i colleghi la soluzione deve estendersi agli aspetti organizzativi ed è necessario prevedere spazi specifici legati all’attività.

E’ questo l’approccio ‘olistico’ tipico dell’ergonomo, cioè basato su una visione globale di un sistema complesso quale è l’ambiente di lavoro. L’approccio olistico vede un sistema complesso come qualcosa che è maggiore della somma delle sue parti, e promuove la collaborazione multidisciplinare tra i vari specialisti (acustici, responsabili risorse umane, dirigenti, medici del lavoro, architetti/arredatori, ecc.).




E’ disponibile la registrazione dell’incontro sul canale Youtube della Associazione Italiana di Acustica



L'argomento è stato ripreso da "La Discussione":


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