lunedì 26 novembre 2012

Ergonomia cognitiva e sicurezza sul lavoro

All'interno della Edizione 2012 di Ambiente Lavoro Convention a Modena si è tenuto un interessante incontro riguardante "L'applicazione delle competenze non tecniche (NTS) nelle situazioni pericolose" ed il ruolo della ergonomia cognitiva.

Quotidiano Sicurezza (il giornale online dell'ANFOS, Associazione Nazionale Formatori Sicurezza sul Lavoro) ha intervistato la Dottoressa Paola Cenni, vice presidente della SIE, Società Italiana di Ergonomia.

Intervista alla Dott.ssa Paola Cenni

da: StudioSandon

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Ergo Cogito



lunedì 19 novembre 2012

Manuali d'uso..."usabili"!

E' stato detto che un prodotto ben progettato non dovrebbe avere bisogno di un manuale d'uso (Norman). Ciò è sostanzialmente vero e rimane assolutamente valido il principio di buona progettazione che vuole gli oggetti "usabili", cioè ergonomicamente accettabili dal punto di vista cognitivo, tali che riescano in qualche modo "autoesplicativi" per quel che concerne i loro meccanismi di interazione  e di uso.
Ma la ricchezza di comandi e la complessità di taluni artefatti tecnologici rende spesso non evitabile la necessità di corredare il prodotto di un manuale d'uso che ne illustri tutte le funzionalità e dia all'utente indicazioni chiare, precise ed esaustive su come utilizzare il prodotto stesso.

Ma ahimé, troppo spesso ci capita di imbatterci in manuali d'uso assolutamente "inusabili", quindi  quasi del tutto inutili o comunque inadeguati al loro scopo. Spesso le cosiddette "spiegazioni" e "illustrazioni" su come usare il prodotto risultano non dico poco chiare ma addirittura "decifrabili" solo dopo che si è appreso ad usare (per altra via!) il prodotto stesso.

Nei panni dell'utente
Per redarre un manuale d'uso efficace è indispensabile adottare un approccio "user centered", cioe scrivere per l'utente condividendone il punto di vista.
Se chi scrive il manuale del prodotto fa parte del gruppo di lavoro che lo ha realizzato e lo conosce da tempo fino nei suoi meccanismi interni non riuscirà molto probabilmente ad indossare davvero i panni dell'utente. Ciò semplicente perché tenderà a considerare "ovvie" cose che non lo sono, ad usare termini tecnici o a spiegare le cose dal un punto di vista "interno al prodotto", anzichè focalizzare i bisogni dell'utente che il prodotto dovrebbe soddisfare.

Linguaggio
Il linguaggio tecnicistico  e gergale  tipico di molti manali d'uso costituisce un primo "difetto" da evitare. Solo nei manuali d'uso si parla di "ghiere", "risguardi" e cose simili. Nelle famigerate spiegazioni tutto diventa "apposito" (l'apposita levetta, l'apposito connettore, l'apposito comando, ....) ma paradossalmente questo modo di spiegare non risulta appropriato, acconcio (dall'etimologia del vocabolo "apposito").


Paperino alle prese con un manuale d'uso di una "caffettiera automatica"
in un esilarante racconto del 1964
(Walt Disney - trama: Abramo Barosso, sceneggiatura: Giampaolo Barosso, disegni: Luciano Gatto)



Il problema del linguaggio e della chiarezza sintattica è poi esasperato nel caso di versioni multilingua del manuale d'uso con traduzioni "maldestre" dell'originale. Ecco alcuni esempi esilaranti:

Moziona di scoperta: Motion detect (rilevazione di movimento)
Silicone: silicon (silicio)


Immagini e riferimenti
Un aspetto disergonomico in taluni manuali d'uso, specie in quelle multilingua, è che spesso esiste  una sola immagine del prodotto con l'individuazione dei comandi a mezzo di numeri o di lettere. La spiegazione testuale distante molte pagine fa riferimento ( spostare la levetta "8", premere il bottone "r3", ...) a quella unica immagine che non si riesce ad avere disponibile mentre si legge, costringendo l'utente a risfogliare il manuale all'indietro alla ricerca dell'immagine. Ciò potrebbe essere evitato con una illustrazione ripetuta, ovvero riprodotta su un foglio staccabile od ancora una su una pagina ripiegata che si possa aprire e tenere aperta mentre si consulta il manuale.



Progettare per l'utente: User Centered Design
L'approccio centrato sull 'utente (UCD) è decisamente la strada maestra da seguire nella progettazione e nella realizzazione non solo dei prodotti in sè, ma anche dei manali d'uso che li accompagnano.


StudioSandon - Metrics

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lunedì 20 febbraio 2012

Comunicare l'Ergonomia


La SIE sezione Emilia Romagna ha promosso ed organizzato con il patrocinio di Confindustria Ravenna, ENEA Bologna e l’Associazione Medici d’Azienda e Competenti, una tavola rotonda sul tema dell’ERGONOMIA, che si è svolta il  16 FEBBRAIO 2012 dalle ore 16:00 presso ENEA Bologna
Via Martiri di Monte Sole 4.
La tavola rotonda è finalizzata a favorire un approfondimento e un confronto tra Ergonomi, Medici del Lavoro, Dirigenti e Imprenditori sull’importanza dell’Ergonomia come metodo di miglioramento della vita quotidiana dell’uomo nel mondo del lavoro. L'Ing. Sandon è intervenuto alla tavola rotonda ed ha affrontato il tema della comunicazione della cultura ergonomica nel mondo del lavoro, sottolineando l'importanza della ergonomia ed in particolare della ergonomia cognitiva nel campo della prevenzione e della sicurezza.
L'ergonomia, ha detto l'Ing. Sandon, consulente di Metrics srl durante la tavola rotonda, è una scienza affascinante che si avvale di contributi interdisciplinari di scienze eccellenti quali la Fisica, la Medicina, la Fisiologia, la Statistica, la Psicologia. Eppure è davvero una Cenerentola sia nel mondo del Lavoro che nel contesto Educativo e Formativo. Come Cenerentola è affascinante, come Cenerentola è trascurata perché segregata in un castello. Forse un adeguato format di comunicazione può rappresentare per la cenerentola "Ergonomia" una sorta di principe che fa avverare un sogno.
In effetti ci stiamo ponendo il problema dell'Ergonomia come scienza in qualche modo “trascurata”. Vediamo allora di analizzare la questione dal punto di vista della comunicazione.
Ci sono saperi a mio avviso che non hanno la diffusione e che non suscitano l'attenzione che si meritano perché la loro comunicazione non è adeguata.
Anche a livello formativo, nella scuola, spesso un modo non adeguato di comunicare non accende l'attenzione del discente e ostacola il trasferimento di conoscenza. Penso a come venivano insegnate ai miei tempi ( e come purtroppo spesso sono ancora oggi insegnate) discipline come la Storia, la Fisica, la lingua italiana o le lingue straniere.
Date e cronologia di eventi (Storia); formule, equazioni (Fisica); sintassi, preposizioni semplici e articolate, trapassati e gerundi (lingue). Ben poco veniva (e viene) fatto per aprire il canale di comunicazione con chi deve ricevere la formazione e l'informazione. Apprendere con una formazione tipicamente “accademica” risulta faticoso e noioso. Ma quel che è peggio e che rischia di non produrre risultati attesi e duraturi. Io da parte mia- lo confesso- ricordo ben poco di tante pagine di Storia, e non ho mai appreso da un libro di storia scolastico la vera importanza di certi eventi e di certe trasformazioni epocali.

Parlando di formazione accademica mi viene in mente un significativo episodio che Antoine de Saint Exupery ha scritto nel Piccolo Principe, di un astronomo turco che fece una grande dimostrazione della sua scoperta ad un Congresso Internazionale di Astronomia. Ma in costume turco com'era, e con il fez in testa, nessuno lo aveva preso sul serio.
L'astronomo rifece la sua dimostrazione qualche anno dopo, vestito all'europea, in giacca e cravatta, molto elegante. E questa volta la sua dimostrazione fu applaudita.

Il successo di una scoperta e in generale di un sapere dipende quindi anche dal “come”.

Nel caso della ergonomia la questione assume poi dei tratti paradossali se pensiamo che si tratta di una disciplina che pone l'uomo al centro dell'attenzione.
Che si propone di migliorare il benessere dell'uomo nel mondo del lavoro, di garantire e migliorare condizioni di sicurezza e salubrità, e che in pratica è talmente pervasiva da occuparsi di ogni aspetto e di ogni componente: aspetti fisici,cognitivi; applicati al prodotto,al processo, all'organizzazione.

L'ergonomia è una scienza affascinante che si avvale di contributi interdisciplinari di scienze eccellenti quali la Fisica, la Medicina, la Fisiologia, la Statistica, la Psicologia. Eppure è davvero una Cenerentola sia nel mondo del Lavoro che nel contesto Educativo e Formativo.
Come Cenerentola è affascinante, come Cenerentola è trascurata perché segregata in un castello.

Forse un adeguato strumento di comunicazione può rappresentare per la cenerentola “Ergonomia” una sorta di principe che fa avverare un sogno.

Ma come dobbiamo pensare la comunicazione vincente?
La nostra vita quotidiana sia nel lavoro che fuori si svolge a ritmi sempre più pressanti, la quantità di informazioni che ci “bombardano” attraverso vari canali è almeno di un ordine di grandezza superiore a un decennio fa. E per difendersi il nostro sistema cognitivo alza gli scudi, fa filtrare solo ciò che suscita interesse.

Se si tratta allora non di erogare un corso per specializzarsi in Ergonomia, ma di catalizzare l'interesse ad un tema trascurato occorre pensare ad una comunicazione innovativa, stimolante, attraente, coinvolgente. Occorre fare leva sulle emozioni.
Occorre ricorrere a piccoli “cavalli di troia” che fanno aprire le porte del castello e consentono al contenuto (in)formativo di transitare in trionfo.

Occorre allo scopo avvalersi del contributo creativo di animatori, vignettisti, formattori.
In campo formativo è anche da citare l'efficacia di tecniche quali il “Teatro di Impresa”.

Erberto Sandon, (c), Ergonomo Europeo Certificato,  StudioSandon
 
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