lunedì 19 novembre 2012

Manuali d'uso..."usabili"!

E' stato detto che un prodotto ben progettato non dovrebbe avere bisogno di un manuale d'uso (Norman). Ciò è sostanzialmente vero e rimane assolutamente valido il principio di buona progettazione che vuole gli oggetti "usabili", cioè ergonomicamente accettabili dal punto di vista cognitivo, tali che riescano in qualche modo "autoesplicativi" per quel che concerne i loro meccanismi di interazione  e di uso.
Ma la ricchezza di comandi e la complessità di taluni artefatti tecnologici rende spesso non evitabile la necessità di corredare il prodotto di un manuale d'uso che ne illustri tutte le funzionalità e dia all'utente indicazioni chiare, precise ed esaustive su come utilizzare il prodotto stesso.

Ma ahimé, troppo spesso ci capita di imbatterci in manuali d'uso assolutamente "inusabili", quindi  quasi del tutto inutili o comunque inadeguati al loro scopo. Spesso le cosiddette "spiegazioni" e "illustrazioni" su come usare il prodotto risultano non dico poco chiare ma addirittura "decifrabili" solo dopo che si è appreso ad usare (per altra via!) il prodotto stesso.

Nei panni dell'utente
Per redarre un manuale d'uso efficace è indispensabile adottare un approccio "user centered", cioe scrivere per l'utente condividendone il punto di vista.
Se chi scrive il manuale del prodotto fa parte del gruppo di lavoro che lo ha realizzato e lo conosce da tempo fino nei suoi meccanismi interni non riuscirà molto probabilmente ad indossare davvero i panni dell'utente. Ciò semplicente perché tenderà a considerare "ovvie" cose che non lo sono, ad usare termini tecnici o a spiegare le cose dal un punto di vista "interno al prodotto", anzichè focalizzare i bisogni dell'utente che il prodotto dovrebbe soddisfare.

Linguaggio
Il linguaggio tecnicistico  e gergale  tipico di molti manali d'uso costituisce un primo "difetto" da evitare. Solo nei manuali d'uso si parla di "ghiere", "risguardi" e cose simili. Nelle famigerate spiegazioni tutto diventa "apposito" (l'apposita levetta, l'apposito connettore, l'apposito comando, ....) ma paradossalmente questo modo di spiegare non risulta appropriato, acconcio (dall'etimologia del vocabolo "apposito").


Paperino alle prese con un manuale d'uso di una "caffettiera automatica"
in un esilarante racconto del 1964
(Walt Disney - trama: Abramo Barosso, sceneggiatura: Giampaolo Barosso, disegni: Luciano Gatto)



Il problema del linguaggio e della chiarezza sintattica è poi esasperato nel caso di versioni multilingua del manuale d'uso con traduzioni "maldestre" dell'originale. Ecco alcuni esempi esilaranti:

Moziona di scoperta: Motion detect (rilevazione di movimento)
Silicone: silicon (silicio)


Immagini e riferimenti
Un aspetto disergonomico in taluni manuali d'uso, specie in quelle multilingua, è che spesso esiste  una sola immagine del prodotto con l'individuazione dei comandi a mezzo di numeri o di lettere. La spiegazione testuale distante molte pagine fa riferimento ( spostare la levetta "8", premere il bottone "r3", ...) a quella unica immagine che non si riesce ad avere disponibile mentre si legge, costringendo l'utente a risfogliare il manuale all'indietro alla ricerca dell'immagine. Ciò potrebbe essere evitato con una illustrazione ripetuta, ovvero riprodotta su un foglio staccabile od ancora una su una pagina ripiegata che si possa aprire e tenere aperta mentre si consulta il manuale.



Progettare per l'utente: User Centered Design
L'approccio centrato sull 'utente (UCD) è decisamente la strada maestra da seguire nella progettazione e nella realizzazione non solo dei prodotti in sè, ma anche dei manali d'uso che li accompagnano.


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