“L’ergonomia è la disciplina scientifica che si occupa dell’interazione tra l’individuo e gli altri elementi di un sistema. Con l’espressione "ergonomia cognitiva" viene posto l’accento sugli aspetti cognitivi di questa interazione, vale a dire il modo in cui l’utente di una tecnologia percepisce, presta attenzione, decide e programma le sue azioni al fine di raggiungere un obiettivo. Naturalmente, la progettazione di artefatti non può prescindere dall’analisi di questi . Le conoscenze sviluppate nell’ambito dell’ergonomia cognitiva consentono, difatti, di sviluppare sistemi usabili, in grado di ridurre la probabilità di commettere errori. “ (Francesco di Nocera, Ergonomia Cognitiva, Carocci Editore)
L’ergonomia cognitiva riguarda in generale la componente mentale nella interazione tra uomo e artefatti. Dimensioni basilari della ergonomia cognitiva come la coerenza, l’affordance e il mapping natuale riguardano non solo dispositivi per l’elaborazione dell’informazione ma tutti gli artefatti che implicano in qualche modo il coinvolgimento mentale nell’interazione. Fanno parte dell’ergonomia cognitiva anche tematiche come il wayfinding e la cartellonistica (soprattutto quella legata alla sicurezza ed alle emergenze negli ambienti di lavoro)
Si veda anche: https://www.interaction-design.org/.../cognitive-ergonomics
Vedere in un piazzale una scritta “uscita” non per indicare eventualmente l’uscita dal piazzale stesso ma per etichettare il punto di uscita (che è tale solo per chi sta dentro) del prospiciente edificio mi è comunque sembrato uno spunto (alquanto divertente) per invocare più attenzione all’ergonomia, una vera Cenerentola tra le scienze.
Erberto Sandon, Ergonomo della Comunicazione, Certificato Eur.Erg.
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