L'acustica
e gli effetti del rumore sul benessere e sulla salute dell'uomo e del
lavoratore rivestono un ruolo di grande importanza per l'ergonomia.
Nel
campo della sicurezza sul lavoro, basti pensare che in
termini economici i rimborsi INAIL relativi alle ipoacusie coprono
una porzione significativa dell'ammontare complessivo.
Secondo
i dati dell'OMS, la perdita dell'udito è al terzo posto tra le cause
di invalidità permanente dopo artrite e ipertensione.
Fin
dalla antichità storica si è osservato che il rumore elevato può
provocare danni all'apparto uditivo (citazioni dei Seneca,
Cicerone); nella Roma antica la legislazione già conteneva norme
relative alla limitazione del rumore in ambiente urbano.
Ma
non esistono solo i danni fisici permanenti tra gli effetti
negativi del rumore negli ambienti di vita e di lavoro; anche
l'impatto del rumore come disturbo deve essere considerato con
attenzione nell'ambito dell'ergonomia.
I
parametri oggettivi e misurabili finora utilizzati per descrivere il
rumore come fattore di rischio sono il livello equivalente ponderato,
espresso in dB(A), ed il livello di picco della pressione sonora.
La
legislazione più recente, a livello europeo, fa ora riferimento anche a
nuovi concetti come l'annoyance.
Deve
essere quindi considerata la necessità di introdurre nuovi
descrittori e nuovi parametri misurabili che consentano di
tenere nella giusta considerazione le peculiarità sensoriali
percettive e psicologiche dell'uomo in campo uditivo, in riferimento
al “disturbo” uditivo, ai fini di valutare l'adeguatezza o meno
di certi luoghi allo svolgimento di attività specifiche.
Un
suono a parità di potenza sonora (dB) può infatti risultare
gradevole o fastidioso, distrarre oppure rilassare, come può essere
facilmente osservato in un percorso esperienziale.
Ad
esempio potrebbero essere considerati, nella definizione di nuovi
parametri che servano a rendere misurabile ed oggettivabile il
“disturbo” sonoro, alcune caratterizzazioni del suono quali:
- presenza nello spettro sonoro di “profili timbrici” particolarmente sgradevoli (es. classico: la lama di coltello su piatto)
- disarmonie, stonature ( presenza di toni fortemente disarmonici)
- presenza di componenti di parlato intelleggibile
Le
capacità elaborative dei moderni fonometri rendono senz'altro
percorribile il rilevamento strumentale automatico ed oggettivo di
tali caratteristiche sonore, e quindi possono rendere oggettivabile
la loro misura, previa opportuna definizione di adeguati parametri in
campo normativo.
Il
“disturbo” uditivo per la sua influenza e correlazione con le
capacità cognitive e lo stress mentale non è da sottovalutare e
nemmeno da considerare meno importante del danno fisico legato alla
sola potenza sonora. Basti pensare che la distrazione e lo stress
mentale legati al rumore ed in generale alla sonorità ambientale
possono essere causa di errori e conseguenti infortuni o danni
economici anche rilevanti.
Il
benessere acustico e la sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro non
possono pertanto essere collegati al solo concetto di livello di
pressione sonora.
Erberto Sandon, Ergonomo Europeo Certificato, UX engineer, Tecnico competente in Acustica Ecoingegneria - StudioSandon
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